Quaresima 2023: il messaggio del vescovo Gianpiero
Carissimi,
ci è regalato un tempo di quaranta giorni. Chi ce lo ha regalato? Il Signore. E’ la Quaresima.
Per molte persone, spesso intristite e annoiate dalla vita, il tempo è inesorabilmente sempre uguale. I giorni si succedono senza novità, le giornate sono piene delle solite cose da fare, delle solite pratiche da sbrigare, dei soliti volti da incontrare…
Invece nella Scrittura e nell’anno Liturgico c’è tempo e tempo: quello dell’attesa e quello del compimento, quello della gioia e quello della conversione, quello della festa e quello del dolore. Quando la nostra vita è messa in contatto con il Signore e con la sua Parola, ecco che si “scatena” in noi tutta la ricca gamma dell’umano: non solo i sentimenti negativi o peggio ancora autodistruttivi, ma i sentimenti buoni che si dilatano in noi quando coltiviamo la relazione con Dio e con gli altri.
E la Quaresima a cosa serve? Non tanto a chiedermi cosa faccio, ma perché lo faccio. Questo è in fondo l’essenziale. Il cosa indica la direzione, il perché indica il senso della direzione. Quando non ci fermiamo mai a chiederci il perché, il tipo di vita che facciamo, con i suoi ritmi poco “umani”, ci porta sempre a vivere in “superficie”, vale a dire totalmente concentrati su noi stessi e su come ci mostriamo agli altri. Perdiamo il nostro centro interiore, quello che custodisce il senso delle cose, in ultima analisi dell’esistenza stessa. Finiamo per vivere in una sorta di insoddisfazione permanente: facciamo ciò di cui non siamo convinti, non gustiamo più ciò che ci potrebbe dare gioia, perdiamo il sonno dietro alle nostre ansie di prestazione.
La Quaresima ci mette fin dall’inizio in guardia da tutto questo, fin dal Vangelo del primo giorno, il mercoledì delle Ceneri: chi vive la vita preoccupato di essere ammirato dagli uomini ha già ricevuto la sua ricompensa. Tu invece vivi “nel segreto” dello sguardo del Padre (Mt 6,1-6.16-18).
Tutto questo è sano! E’ un invito a custodire una sorta di “spazio interiore”, intimo e inaccessibile agli altri, dove sono in contatto con il mio mondo interiore e con lo sguardo d’amore di Dio. Lì sono libero. In questo spazio sacro elaboro i miei pensieri e i miei sentimenti, medito su ciò che mi succede, prendo le mie decisioni; a partire da questo centro interiore interagisco con gli altri, senza farmi prendere dal bisogno di reagire istintivamente, ma appunto in maniera libera, scegliendo cosa dire, cosa fare, in ultima analisi chi voglio essere. “E il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”: è lo sguardo d’amore di Dio che rende possibile questa libertà profonda, è questa la ricompensa che Lui dona a chi dedica del tempo a “stare nella stanza” con lui. La preghiera non è un fatto di devozioni da “sgranare”, ma di libertà di cuore da chiedere al Signore.
La Quaresima è l’occasione donata da Dio per ricreare questo spazio interiore, di cui abbiamo bisogno come l’aria. Normalmente pensiamo che la spiritualità sia un lusso per pochi: quelli che hanno il tempo di chiedersi perché. Invece è un fatto vitale per tutti. Non coltivarla, produce delle conseguenze di cui diventiamo consapevoli solo a distanza di anni: una percezione di “non senso” che alla lunga avvolge tutta l’esistenza.
Insieme con la preghiera la Quaresima ci invita a vivere il digiuno e l’elemosina, vale a dire la rinuncia a gustare certi cibi che ci fanno male e a riscoprire il piacere dell’essere generosi e del donare. E’ un fatto di “gusto” e di “piacere”. Il “finto bene”, come quello legato solo al possedere e all’apparire, ci lascia un “sapore in bocca” a cui ci abituiamo e a cui crediamo di non saper rinunciare; il “vero bene” invece, ha un gusto solido, autentico, “saporoso” perché “sa di Spirito Santo”, riempie di gioia e di serenità interiore, spinge ad amare e a prendersi cura degli altri. Siamo invitati a riscoprirlo in questo tempo di Quaresima.
Ci aiuteranno le varie iniziative parrocchiali e diocesane previste per questo tempo come l’itinerario delle stazioni quaresimali, i ritiri parrocchiali, la lectio divina, le liturgie penitenziali, la via crucis, ma soprattutto quelle a favore delle vittime del terremoto in Turchia e Siria e della guerra in Ucraina e Russia. Le raccolte delle offerte nelle chiese della nostra Diocesi in particolare della quinta domenica di Quaresima (26 marzo) saranno a favore delle persone vittime di questi atroci eventi.
Buon cammino di Quaresima, allora: crei in noi lo spazio in cui possa agire sempre la grazia della Pasqua!
+ Gianpiero
Video del messaggio
Locandina delle “Statio” Quaresimali